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ANTICHE VIE DI FEDE IN BRIANZA ORIENTALE E PRESENZA DEGLI ORDINI MONASTICO CAVALLERESCHI NEL VIMERCATESE

 

(Pdf del quotidiano "Avvenire" del 27 febbraio 2009, pagina 4 - Provincia Milano)

 

 

La città di Vimercate presenta numerose tracce del passaggio degli Umiliati, ma anche di Ordini Monastico-cavallereschi, “monaci in arme” impegnati per garantire la giustizia e presidiare le vie di fede. Si potrebbe disquisire sul termine “giustizia” andando alla radice della questione circa la prassi, e la deontologia, dei cavalieri cristiani, nonché sull’ontologia del fare guerra. Da sempre molti santi, fra cui molti confessori, hanno vissuto l’esempio sino al martirio, difendendo la cristianità, non prestando il giuramento ad un re, ad una divinità pagana. Con l’avvento dell’Editto di Tolleranza del 313, ad opera di Costantino il Grande promulgato da Milano, si determinò l’esigenza di una struttura fisica, o meglio architettonica, per custodire le Sacre Reliquie rinvenute dalla madre Sant’Elena a Gerusalemme, ma anche templi cristiani in cui officiare le liturgie cristiane. La Brianza è ricca di siti di protobasiliche cristiane, si pensi ad Agliate, Civate, Monza e Vimercate; una terra la nostra in cui il cristianesimo attecchì. Presso il Museo del Duomo di Monza delle ampolline votive sono il segno tangibile della prassi devozionale dell’andare nella Città Santa riportando una sorta di souvenir; questi reperti risalgono alla primissima fase di sviluppo del cristianesimo, a diversi secoli prima dell’anno Mille. Sant’Agostino definisce la modalità di esercizio della legittima difesa, sottraendo il cristianesimo ad una religione meramente pacifista. Quest’idea è stata accolta ancor’oggi dallo Jus Bellum e dal Compendio che contempla, fra gli obblighi delle autorità militari e di polizia, il dovere di difendere l’incolumità dei cittadini. Intorno all’anno Mille il califfo –che a quel tempo governava Gerusalemme- ordina la distruzione delle chiese cristiane, tra cui quella maggiormente visitata del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Quest’atto determinò uno choc sulla cristianità europea e di qui nacque l’idea di cercare la tutela dei Loca Sancta. Dal 333, con "L’itinerario dell’anonimo pellegrino di Bordeaux", inizia la stagione dei Viaggi verso i Loca Sancta, veri e propri story board, passando poi al Diario del 381 della dama spagnola Egeria, in cui si descrivono le prassi devozionali e che i pellegrini usassero leggere i passi biblici presso i luoghi menzionati nelle Scritture, sino all’Anonimo Piacentino. Il pellegrinaggio è uno dei segni che contraddistingue la cristianità dei primi secoli, anche dei giorni nostri, che rappresenta la prassi devozionale dell’andare a camminare sulle orme di Cristo.

Nei pressi di Vimercate, a Castel Negrino, il primo Minister Templi di lingua italiana dei Poveri Commilitoni di Cristo fece completare un hospitium, posto su di un’antiva via consolare, a lungo in disuso durante le invasioni barbariche. Aicurzio presenta come Bernareggio, Vimercate ed il centro più grande brianteo, Monza, una capillare diffusione degli Umiliati, la cui origine ha certamente un background benedettino. Ai Templari per ben cinque secoli succedettero i Giovanniti nella conduzione del Castel Negrino; questi ultimi determinarono un crescente rispetto verso gli ultimi e radicarono un amore verso il Santo Sepolcro di Cristo. Di qui nacque una venerazione al Santo che per antonomasia è sansepolcrale, che si convertì scoprendo la sua taumaturgia proprio presso la prima riproduzione mensurale del Santo Sepolcro di Gerusalemme: San Rocco di Montpellier ad Acquapendente in Tuscia. Il Campegorino sorge dapprima come edicola votiva di prestigiosa battaglia, miracolosamente vinta da cui si determinerà il culto alla Vergine. Ciò che sorgerà è la Confraternita -come attestata dai documenti custoditi all’Archivio Storico Diocesano durante le varie visite pastorali- di San Rocco, della Madonna della Cintura e la Arciconfraternita del Santissimo Sacramento presso la Chiesa Priorale di San Giacomo di Castel Negrino. L’aspetto più interessante che conferma il passaggio di una via di fede, una sorta di autostrada che dallo Spluga passando per Chiavenna, Colico, Lecco, congiungeva al vimercatese per condurre alla Chiesa di Santa Croce e Santa Maria del Tempio in Milano è la diffusione del culto a San Rocco di Montpellier. I patroni della peste erano: San Martino, San Sebastiano è patrono delle Misericordie, San Cristoforo e San Rocco; i quattro venivano invocati contro il morbo pestifero e per scongiurare le pestilenze. Dato che i pellegrini sono dei penitenti rappresentano il grado di coloro che vogliono raggiungere Cristo e farsi veramente Christifideles. Ecco che San Rocco, come San Sebastiano, divengo icone tangibili del farsi prossimi a Cristo e seguirlo sino in Croce.

Prof. ALESSIO VARISCO

Storico dell’arte

Direttore Antropologia Arte Sacra

 

 


 
 
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