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L’Ordine San Giovanni di Gerusalemme in Grosseto

 

In Grosseto l'attestazione di un ospedale risalirebbe al XII secolo ed era dedicato a San Leonardo. Al fianco del nosocomio esisteva una chiesa dedicata a San Giovanni Battista che a metà dell’Ottocento venne ricostruita e la titolazione modificata in chiesa di San Giovanni Battista della Misericordia, sede dell’Arciconfraternita di Misericordia.

In un atto custodito presso l’Ecclesia Abbatialis Sanctissimis Salvatoris[1] in Abbadia San Salvatore –comune senese sul Monte Amiata-, dell’anno 1152 si dice che la contessa Gemma degli Aldobrandeschi diede in dono al monastero amiatino

«omni ratione, quam domus Ildebrandisca habet in terratico salinarum cum canonicis Grosseti et hospitali sancti Leonardi de Grosseto, idest: quarta pars predicti terratichi»[2].

Si apprende che alcune saline appartengono all'ospedale[3] e che diverse terre furono date alla Commenda di San Leonardo che la detenne sino al secolo XVIII. La carta amiatina dichiara che vi sia una profonda relazione tra la chiesa e la famiglia comitale grossetana, ciò si manifesta nel lascito testamentario del conte Ildebrandino che assegna all’ospedale di San Leonardo –ed alla sua chiesa- una parte dell’eredità del 1208. Oltretutto nel testamento si dispone che le armi del conte aldobrandesco fossero lasciate al tempio «domui Templi arma mea»[4]. Questo documento rappresenta a livello storico un’importante testimonianza in quanto ci dice della dedicazione a San Leonardo dell’ospedale e ci precisa della presenza di una chiesa[5].

Sembra ragionevolmente ipotizzabile che la chiesa appartenente all’ospedale grossetano più anticamente documentato sia stata fondata dagli Aldobrandeschi nel loro impegno di cavalieri templari. Il titolo di una chiesa dedicata a San Leonardo compare ancora nella documentazione nelle Rationes Decimarum del 1303.

«(1302-1303) Diocesi di Grosseto

2939 Eccl. S. Leonardi de Grosseto

2940 Eccl. S.Lucie de Grosseto

2941 Eccl. S.Guillelmi de Bosco (et) eccl.

S.Iohannis de Grosseto

2943 Eccl. S.Benedicti de Grosseto

2947 Eccl. S.Petri de Grosseto

2948 Eccl. S.Michaelis de Grosseto»[6].

La storia dell’Ospedale grossetano prosegue il suo tragitto di carità ed impegno sociale (precipui compiti dei Cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme, ora di Rodi) accompagnando pellegrini ed ammalati alla realizzazione di una salute non solo esteriore. Il caso di Grosseto è uno delle presenze italiane di Ospedale Gerosolimitano, di cui la nostra penisola ne conta ben 4 di cui 2 nel comune di Grosseto: l’ex chiesa di San Leonardo –ora di San Giovanni Decollato- e Santa Maria Alborensis. Gli altri due insediamenti gerosolimitani al centro-nord sono a Pisa -l’ospedale del Santo Sepolcro sul Lungarno di Pisa- e ad Asti –San Pietro in Consavia-.

La successiva menzione dell’insediamento dei Cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme, del nosocomio e dell’annessa chiesa, la troviamo nell’anno 1309 (il 1 marzo 1309) Ospedale di Santa Maria della Scala numero 1406, ai cc.4-6.

«Catasto della Grancia di Grosseto del 1309

c.4 Carmignano di Feo comincio il spedale del beato S. Giovanni Battista posto nella città di Grosseto nel Terziero della Città di rincontro alla Chiesa di ms. S. Lorenzo di Grosseto

sei case comprate col il detto spedale a lato l'una all'altra
una casa nel terziero di città....
una casa nel detto Terziero dalli stazzoni da un lato le cose della Canonica

e dall’altra le cose del Malia
una casa nel Terziero di S. Piero....
una casa nel detto T. e la corte....da un lato S. Lucia....
due case nel Terziero di S. Giorgio con un orto....
una casa in detto Terziero....

c.4v ....una casa dalla porta di S. Lucia, da uno S. Lucia....e davanti la via
una vigna....con una casa e un pozzo in distretto di Grosseto nella contrada del Marrucheto....
una vigna nella detta contrada....
una vigna dalla Croce al Cerro....
una vigna in Brancolino da un lato S. Leonardo....

c.5....terra alla Gora a capo la strada che va a Fiume Morto....
un campo in Campogaliano....
un campo a lato le cose del Malia e dall’altro la via che va all’Alberese
un canneto dalle Fornaci....via del Guado
un campo di una moggiata di terra a Campogagliano da Rigosalso....

c.5v....un poggiale di là dal fiume....via che va a Monteano....a capo la fonte di S.Martino....
un prato dalle macchie della Giuncola....via che va alla fonte di S.Martino....
un pezzo di terra alla Rottoia....
un pezzo di terra....via vecchia che va a Istia dalla via cupa e nelle Sterpeta
una piaggia....a Montecalvi».
[7].

Nell’anno 1312 l’Ordine dei Poveri Cavalieri di Cristo vengono soppressi da Papa Clemente VI ed inizia un declino improvviso per il patrimonio immobiliare consolidato in quasi due secoli, dopo avere iniziato un’impresa economica che aveva già inventato un sistema “pos” ante litteram, una sorta di antesignano bancomat, con la creazione della lettera di credito.

«Soppressi i Templari e gli Ospitalieri associati la chiesa di San Leonardo di Grosseto con i suoi beni passò in commenda dei cavalieri gerosolimitani, come era avvenuto delle chiese senesi del medesimo ordine, cioè San Pietro e San Leonardo presso romana, alla qual ultima appartenne sempre la commenda di Grosseto. I beni posseduti da questa commenda in Grosseto e sua corte sono registrati in antichi cartulari a noi pervenuti»[8]

Francesco Anichini nel 1751 così descrive riferisce:

«Nella visita di Mons. Francesco Bossio del 1575 al fascio A registrasi di aver ritrovata la chiesa di questa commenda mal tenuta e ridotta poco meno che un magazzino perché vi ritrovò riposti due mulini di legno che ordinò subito fossero tolti siccome sequestrò tutte le rendite della commenda per impiegarsi queste nei risarcimenti di detta chiesa che decretò scialbarsi e provvedersi col loro retratto d'ogni bisognevole tanto d'utensili sacri come d'ogni altro, s’elevasse l’altare e se le restituissero le sue campane che erano state per uso profano traslocate in fortezza, siccome che questo arresto delle medesime continuar dovesse fino a tanto che la chiesa fosse ridotta in stato proprio e convenevole al decoro d'una casa dedicata al culto divino e resa ornata di tutte le cose necessarie al santo sacrificio. Nella visita di Mons. Borghesi del 1585 al detto fascio A si nota che di quel tempo avevano l'uffiziatura di essa i Padri di S. Francesco che vi celebrano messa tutti i venerdì dell'anno e riscontrasi ai libri del loro convento che molti anni ancora continuassero in tale officiatura. In quella poi di Mons. Politi del 1592 allo stesso fascio visite A vedesi comandato l'impianellarsi il tetto che era di tavole al di sotto, anzi inasserato s’imbiancasse tutta e si facessero le impannate o vetrate alle finestre e che ogni anno vi si facesse la festa del S. Titolare oltre alla messa solita celebrarsi ogni settimana nel giorno antedetto»[9].

Così leggiamo nel documento originale della Commenda di Frati Gerosolimitani

c.28. «Eadem die XIIII Februarii 1576. Visitauit ecclesiam Sancti Leonardi, que fertur esse Commenda Fratrum, et Equitum Hierosolimitanorum, et ultimus eius possessor fuit d. Lepidus de Placidis, qui non multis ab hinc mensibus extremum diem obiit, ecclesia est oblonga, et decens esset nisi negligeretur. Nullum in ea adest Altare...»[10].

La presenza dell’Ordine Gerosolimitano prosegue nel Seicento come attestato da alcuni documenti della prima metà del Seicento in cui è citato l’Ospedale e la Commenda di San Leonardo:

« Cabreo nella Commenda di S. Leonardo di Siena cominciato il 1622 e finito 1623. S. Leonardo comm.da di Grosseto»[11].

Successivamente alla soppressione del Sovrano Militare dell’Ordine di Malta –ad opera di Napoleone che riesce a conquistare l’isola melitese- la Confraternita della Misericordia di Grosseto diviene proprietaria della commenda di S. Leonardo.

Ottenuta nel 1827 la concessione e l’uso dell’antico nosocomio, della chiesa e degli annessi edifici, nel 1844 la chiesa minacciava di crollare e la Confraternita ne decide la demolizione.

Sullo stesso sito dell’antica chiesa di San Giovanni Battista venne iniziata l’erezione della chiesa dell’Arciconfraternita di Misericordia in Grosseto.

Prof. ALESSIO VARISCO

Storico dell’arte

Direttore Antropologia Arte Sacra


 

[1] Chiesa del VIII secolo al cui interno una bellissima cripta longobarda con alcuni capitelli di stile romanico.

L’abbazia è affidata alle cure dei Monaci Cistercensi, chiesa sotto la protezione del Sommo Pontefice con decreto: “Sub umbra Petri XXIII. VII. MMVII”

[2] Archivio di Stato di Siena, Capitolo I (1152 Dicembre). Questa specificazione dei beni sui quali è concessa investitura al monastero di S. Salvadore del Montamiata, dalla contessa Gemma e da Ildobrandino conte palatino figlio del conte Uguccio.

[3] In questa carta del XII secolo si dice di saline localizzate nella zona del Querciolo.

[4] Archivio di Stato di Siena. Diplomatico. Archivio Generale (1208 Ottobre 22). «Ego Ildebrandinus comes palatinus infìrmitate nimia gravatus testari volo. Deo et s.Petro in manibus Viviani ep. Soan. Abricolam. domui Templi arma mea, CCCC lib. den. dividendas per ecclesìas. religiosa loca. sacerdotes relinquo. ut uxori meo comitisse Adalasie melius visum fuerit: vendite sale qui nunc est Grosseti postea ratio salis nostra tamdiu in pignore persistat. quousque thesaurus Albarensis eccl. et canonice et s. Leonardi de Grosseto. qui pro me Senis in pignore est obligatus. restituarur... X lib.quas pro opere canonice Grossetane cum uxore annuatim concessi persolvantur, donec opus completum fuerit. Filios instituo heredes: Ildebrandinum in castellis et locis Montegemoli, Silano, Monteguidi. Belforte, Cugnano... Alios filios Bonifatium, Guilielmum, Thomasium, Gemmam. Margaritam et posthumum vel posthumam. si natus fuerit, instituo equaliter in aliis bonis heredes...Uxori super dote sua M marcarum arg., pro quibus Arcidossum et Orbetellum ei a me in pignore obligata sunt. alias M marcas et quidquid Senis habeo relinquo. pro quibus castellum meum Selvenam cum curte relinquo. de cuius redditibus primo vasa sua que pro Batagnano Senis pignori fuerunt obligata recolligantur, postea Selvenam teneat, donec M marcas consecuta sit. Redditus Arcìdossi et Orbetelli percipiat, donec dotem rehabeat, sicut hactenus percepit. Post decessum meum uxor filiorum meorum et suorum, scil. Bonifatii, Guilielmi. Thomasii. Gemme. Margarite et eius qui vel que natus vel nata fuerit. tutrix et usufructuaria sit et domina rerum mearum et reddituum. precipue pecudum Carfagninarum. ex quibus, si necesse fuerit. CCCC lib. dictas solvi faciat. Si fìlii ipsam pro domina non tenuerint.habeat Soanam pro victu. vestitu et habitatione cum rebus dictis et eis que Senis habeo, et redditus pecudum Carfagninarum similiter. Constituo apostolicum tutorem et defensorem filiorum quos habeo ex comitissa Adelasia et ipsius Adelasie. et comune Pisanorum similiter. — Act. Soane in palatio canonicorum. — Presb. Kanerio preposito Soan. Ugolino de Scerpena. Umberto castellano Selvene. Matheo Ubaldini castellano Vitozie. Griffolinode Castellione. Benencasa Vadoffori. Marcoaldo Teutonico. Petruccio qd. Rodulfì de Sorano tt.— Sizius imp. not.».

[5] La dedicazione della chiesa priorale a San Leonardo è una caratteristica delle chiese dei templari.

[6] Archivio Sergreto Vaticano. Rationes Decimarum Italiae (la Diocesi di Grosseto) Tuscia II, Le decime degli anni 1295-1304, Ed. GIUSTI-GUIDI.

[7] Archivio di Stato di Siena. Ospedale di S. Maria della Scala, n.1406, cc.4-6.

[8] A.CAPPELLI ’10, p.35. (Nella sua Storia ecclesiastica della Città e Diocesi di Grosseto, Francesco Anichini).

[9] Storia ecclesiastica della Città e Diocesi di Grosseto, (Archivio Vescovile di Grosseto, Ms. 1723, cc.233 e segg.)

[10] Archivio Segreto Vaticano. Congr. Vescovi e regolatori. Visite Ap.60 (già Congr. Concilii, Visite Ap. Vol.119), c.28-30, 1576.

[11] Biblioteca Comunale di Grosseto, 1623.


 
 
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