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La politica di Federico II

 

L'impero romano-germanico è in crisi; morte di Federico II e lungo interregno imperiale in seguito; l'impero bizantino praticamente non esiste più e quello che rinasce nel 1261, dopo la caduta dell'effimero impero latino di Costantinopoli, è un'ombra di se stesso. Luigi IX si trova quasi come sospinto alla ribalta, diventa immediatamente, obiettivamente, il primo sovrano cristiano d'Occidente. Come tale eredita, davanti soprattutto alla sua coscienza, questo ruolo di difensore di Gerusalemme a cui lo dispone anche il suo particolare affetto per l'ordine francescano. Francesco d'Assisi ha creato, col suo strano pellegrinaggio durante la crociata del 1217-1221, quella che noi chiamiamo la quinta crociata (Francesco è stato in Egitto e anche un po' in Terra Santa fra il 1219 e il 1220) una forte tradizione di rapporto fra il mondo francescano e la Terra Santa: tradizione di affetto. È per quello che Francesco inventa a Greccio nel 1223 il presepio. Cioè, in fondo, ricostruisce in Italia una nuova Betlemme; in fondo anche il monte dell'Averna, il calvario serafico, può essere interpretato come un trasferimento del monte Calvario, trasferimento di Gerusalemme in Occidente. Quindi Francesco è profondamente legato alla Terra Santa anche se forse non ha mai visto i luoghi santi perché quando lui è capitato in Terra Santa questi luoghi non erano agibili da parte dei cristiani: si era in tempo di crociata. Luigi eredita tutto questo e fa due grossi tentativi crociati. Il primo tentativo lo fa, com'era tradizione nel corso del XIII secolo, contro l'Egitto. Si partiva dal principio che il sovrano di Gerusalemme era giustamente il sultano del Cairo, che era anche il padrone di Gerusalemme: questo era un dato obiettivo. Si partiva dal principio che assalendo il delta del Nilo, che era il punto forte dal punto di vista economico, della politica sultaniale, il sultano d'Egitto, pur di essere lasciato in pace nelle sue ricche città del Nilo, avrebbe praticamente restituito Gerusalemme ai cristiani. Era un principio che è stato cullato a lungo dai cristiani occidentali; ma era un'idea strategica del tutto destituita di fondamento. Luigi IX ci casca nella sua prima crociata. La seconda è un'impresa che era volta anzitutto a ridefinire i rapporti di potere mediterraneo appoggiando la politica di grandezza e di espansione del fratello di Luigi, di quel Carlo d'Angiò che nel frattempo era diventato re di Sicilia. E questa è la spiegazione per cui Luigi IX, con tutto il suo amore per Gerusalemme che non vedrà mai, va a morire sul litorale di Tunisi nel 1270: con lui muoiono tutte le illusioni crociate relative alla possibilità di riconquistare, tramite la crociata, Gerusalemme. Il mondo cristiano quasi si ribella all'idea che sia possibile ormai riconquistare Gerusalemme con le armi. Infatti la crociata continuerà, anzi sarà sempre più forte come attività e come idea, forza, nel mondo occidentale; ma la conquista di Gerusalemme, da allora in poi, sarà posta da canto e Bonifacio VIII metterà la lastra tombale su quest'idea quando, nel giubileo del 1300, trasferirà sul pellegrinaggio romano quella indulgenza plenaria che era il massimo, il massimo dono, la massima ricompensa, che la Chiesa usava dare ai pellegrini verso Gerusalemme.

                    Prof. Franco Cardini

 


 
 
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