Sicuramente vi sarà capitato di
ascoltare il Passio della Settimana Santa, nella
versione della Cei e di sentir dire:” Era l’ora terza,
quando crocifissero Gesù”.In effetti il traduttore non
ha detto “terza”, ma “ le ore nove” del mattino. E’ il
testo di S. Marco.
Al contrario, S. Giovanni scrive
testualmente” era verso mezzogiorno”, quando Pilato
condannò Gesù; una buona mezz’ore prima della
crocifissione. Gli esperti hanno cercato di dipanare la
matassa e si sono accorti che San Marco, nel racconto
della Passione, procede ad intervalli di circa tre ore.
Ecco il paradigma di Marco:
-
Canto del gallo (ore tre del mattino);
-
Negazione di Pietro, mattino presto (ore
sei del mattino);
-
Gesù davanti a Pilato, ora terza;
-
Crocifissione; ora terza;
-
Inizio delle tenebre ora sesta;
-
Morte di Gesù, ora nona;
-
Inumazione, ore sei pomeridiane.
Alcuni di questi eventi riportati
da Marco esigono uno spazio ben più lungo di tempo. Se
Gesù si è trovato davanti a Pilato fra le sei e le sette
del mattino, tutto il groviglio di episodi: dibattito,
visita ad Erode, scena disgustosa di Barabba,
flagellazione, coronazione e tutto il resto , avrebbe
dovuto concentrarsi nello spazio di due ore e mezzo,
poco più.
La frase “era l’ora terza” viene
oggi ritenuta dagli studiosi una interpolazione, una
frase che non è di Marco.
L’amanuense incauto voleva
precisare meglio e invece ha creato una confusione, per
fortuna soltanto cronologica, che solo oggi si riesce a
mettere in chiaro.
Dunque è da ritenersi, senza ombra
di dubbio, che il Cristo fu messo in croce verso l’ora
sesta, o mezzogiorno; vi rimase tre ore circa e vi morì
verso l’ora nona, le tre pomeridiane.
Don LUCIO
LUZZI
Direttore “Vie dello Spirito” |