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                ANTICA CERIMONIA DI INVESTITURA DEI CAVALIERI DEL 
                SANTO SEPOLCRO DAL CUSTODE DI TERRA SANTA PER MANO DEL PADRE 
                GUARDIANO DI TERRA SANTA 
                
                  
                
                A Gerusalemme, presso l’antica basilica –costantiniana- del 
                Santo Sepolcro, ricostruita dopo il Mille e custodita dai Frati 
                Minori Francescani –che dal 1217 venne costituita dal Serafico 
                fondatore San Francesco d’Assisi- di Terra Santa venivano 
                investiti “cavalieri del Santo Sepolcro di Gerusalemme”. Una 
                prassi che vedeva un pomposo antico cerimoniale –presso i 
                Loca Sancta- al candidato all’investitura di 
                cavaliere. Questa investitura solenne era tenuta –di norma- 
                dal Padre Guardiano e con grande pompa nel recinto del Santo 
                Sepolcro . Era richiesta quale preparazione immediata al 
                candidato la Confessione, la Comunione e l’assistenza al 
                Santo Sacrificio del memoriale Eucaristico. Questa cerimonia 
                veniva svolta presso la Cappella dell’Angelo ove era 
                sistemato tutto il necessario all’investitura dell’attendente 
                cavaliere.  
                
                Il candidato veniva condotto alla Santa Tomba ed a questo 
                punto i frati francescani intonavano il Veni Creator.
                 
                
                A questo punto, alla presenza della comunità dei religiosi, 
                dell’aspirante cavaliere e dei pellegrini, si dava inizio alla 
                cerimonia d’investitura ufficiale iniziando dal rituale 
                interrogatorio che era condotto dal Padre Guardiano che 
                –direttamente- si rivolgeva al neocavaliere. Il candidato 
                si poneva in ginocchio ai piedi del Ministro Francescano 
                celebrante. 
                
                Il Guardiano rivolgeva una prima domanda: «Che cercate voi mai?» 
                
                Ed il candidato rispondeva: «Chieggio il cavalierato del Santo 
                Sepolcro di Nostro Signore Gesù Cristo».  
                
                Il Padre Guardiano domandava: «Di che condizione siete?» 
                
                E l’ammittendo rispondeva: «Sono di nobile condizione e di 
                nobile casato».  
                
                Il Padre Guardiano ribadiva: «Avete i mezzi di vivere 
                onestamente secondo la dignità di questa sacra milizia?» 
                
                E l’aspirante replicava: «Grazie al cielo ho abbastanza per 
                tener in onore e lo stato militare e la dignità di cavaliere».
                 
                
                Il ministro francescano continuava: «Siete pronto a promettere 
                in giuramento dall’intimo del vostro cuore, d’osservare gli 
                statuti di questa milizia?»  
                
                E subito il candidato: «Si compiaccia espormeli».  
                
                Il Padre esponeva i vari impegni che avrebbe dovuto assumere il 
                candidato per divenire Cavaliere del Santo Sepolcro di 
                Gerusalemme: «Il soldato del Santo Sepolcro di Nostro Signor 
                Gesù Cristo deve possibilmente assistere ogni giorno al Santo 
                Sacrificio della Messa in memoria del Santissimo Corpo di Gesù, 
                ed essere sempre pronto a difendere questo sacro Avello che gli 
                diè ricetto. Questo sacro tesoro purtroppo non è in nostro 
                potere, il cavaliere perciò è obbligato a sacrificare i suoi 
                beni non solo, ma ben’anco la vita se fosse necessario, per la 
                gloria e la propagazione della Fede e l’esaltazione della Santa 
                Chiesa. E suo dovere difendere la Chiesa di Dio, i suoi prelati 
                e ministri dagl’infedeli eretici, scismatici e altri 
                persecutori; evitare ogni usurpazione e guerra ingiusta, il 
                duello ed ogni diabolica frode. Deve egli procurare la pace e la 
                concordia tra i fedeli ed i principi cristiani; conservare il 
                benessere del paese; difendere l’orfano e la vedova; fuggire 
                come la peste ogni nefando discorso, lo spergiuro, la bestemmia, 
                l’usura, il sacrilegio, l’omicidio, l’ubriachezza; essere 
                insomma, per quanto l’umana debolezza comporta, irreprensibile 
                davanti a Dio e davanti agli uomini. Il Cavaliere in fine deve 
                mostrarsi sempre degno di tal no me, aiutando la Chiesa, 
                promuovendo il culto divino, amando Dio sopra ogni cosa ed il 
                prossimo come se stesso». 
                
                L’aspirante cavaliere allora, restando tuttora in gi nocchio 
                pronuncia la seguente formula: «Io [nome del candidato] dichiaro 
                e prometto a Dio Onnipotente, a Gesù Cristo suo Figliuolo, ed a 
                Maria Santissima, d’osservare questi statuti da buono e fedele 
                cavaliere di Cristo.»  
                
                Il neocavaliere -questo mentre- si alzava, si cingeva dei 
                gambali e degli sproni d’oro appena ricevuti, ed il celebrante 
                diceva: «Ricevete gli sproni per la sicurezza della vostra vita 
                e per la custodia del Santo Sepolcro. Così sia». 
                
                Quindi dandogli la spada il Guardiano soggiunge: «[Nome del 
                candidato] ricevete questa santa spada nel nome del Padre, del 
                Figliuolo e dello Spirito Santo per la vostra di fesa e per 
                proteggere la Chiesa di Dio». 
                
                La spada vien riposta nel fodero offerto dal P. Guardiano colle 
                parole: «[Nome del candidato] riponete questa spada nella guaina 
                nel nome di Gesù Cristo e rammentatevi che i santi conquistarono 
                i regni non colle armi ma colla fede.»  
                
                Il cavaliere allora si alzava, consegnando la spada al 
                Guardiano, e subito prontamente si genufletteva devotamente sul 
                Santo Sepolcro sommessamente; il celebrante, sfiorandogli per 
                tre volte leggermente le spalle, gli diceva: «[Nome del 
                candidato] nel nome del Padre, del Figliuolo e dello Spirito 
                Santo vi arruolo tra i soldati e cavalieri del Santo Sepolcro di 
                Nostro Signore Gesù Cristo. Così sia!».    N.B.: Chiunque intenda utilizzare in toto o 
                in parte gli articoli pubblicati dovrà necessariamente citare 
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